Organizzato dal “Comitato per la liberazione di Julian Assange”

Il PMLI aderisce e interviene in piazza tramite Urgo

L’intervento del compagno Angelo Urgo a nome del Comitato lombardo del PMLI, durante il presidio contro l’estradizione di Assange
L’intervento del compagno Angelo Urgo a nome del Comitato lombardo del PMLI, durante il presidio contro l’estradizione di Assange

“Libertà per Assange” è stato ripetutamente gridato dai manifestanti riunitisi in presidio sotto le finestre del consolato britannico di Milano in Piazza del Liberty il 20 febbraio, il “giorno X” in cui si è aperta l’udienza finale dell’Alta Corte del Regno Unito sulla richiesta di estradizione di Julian Assange negli Usa dove il fondatore di WikiLeaks rischia un processo farsa per “spionaggio” che gli comminerà una condanna a 175 anni di carcere per aver svelato i crimini di guerra commessi dagli Stati Uniti in Afghanistan e Iraq.

Il rappresentante del “Comitato per la Liberazione di Julian Assange-Italia”, che ha organizzato il presidio, ha denunciato che per aver svolto il mestiere di giornalista Assange “ha già trascorso 7 anni da rifugiato politico e gli ultimi 5 da prigioniero a Belmarsh, conosciuta come la Guantanamo britannica, subendo una costante tortura psicofisica come riconosciuto da Nils Melzer, Relatore Speciale dell’ONU sulla tortura”.

Gli interventi dei rappresentanti delle associazioni che hanno promosso l’iniziativa e di organizzazioni e partiti che vi hanno aderito (tra i quali il PMLI) sono stati alternati da esibizioni musicali e performance che denunciano la persecuzione di Assange da parte delle istituzioni statunitensi in combutta con quelle britanniche, australiane ed ecuadoregne. Per terra, dei nastri stavano a indicare la dimensione della cella in cui è attualmente è tenuto prigioniero.

Il compagno Angelo Urgo, nel suo intervento applaudito dai presenti in più passaggi e che viene pubblicato a parte, a nome del Comitato lombardo del PMLI, ha ricordato quanto denunciato dalla moglie di Assange in merito al tentato avvelenamento del marito da parte della Cia e ha tra l’altro ribadito che l’estradizione dell’attivista australiano metterebbe a rischio la libertà di stampa nell’intero pianeta e manderebbe un messaggio pesantissimo ai giornalisti di inchiesta di tutto il mondo affinché non parlino delle nefandezze perpetrate sia dagli Usa e dai loro alleati, tra i quali ci sono anche Israele e la stessa Italia, sia da qualsiasi altra cordata imperialista come quella russo-cinese.

Ecco perché, ha concluso Urgo, il PMLI solidarizza con Julian Assange e sostiene ogni mobilitazione in suo favore.