Nei cortei, uno di 50 mila, l’altro di 10 mila, cantata Bella Ciao. Greta: “il cambiamento può avvenire dalle strade non dalle Conferenze”. Apprezzati il cartello e il volantino del PMLI
È stata un’intensa tre giorni di lotta a Milano quella che ha visto tantissimi giovani e giovanissimi, dagli alunni delle medie agli studenti universitari, scendere in piazza contro il Pre-COP 26 svoltosi al Centro Congressi di Milano (MiCo).
Il 30 settembre decine e decine di manifestanti sono scesi in piazza per organizzare sit-in di protesta in alcune delle vie di accesso al MiCo nel tentativo di bloccare l’arrivo delle delegazioni e delle autorità invitate, tra cui il premier Mario Draghi.
In piazza Amendola i manifestanti si sono seduti in cerchio in terra, legati l’un l’altro con dei tubi di plastica sulle braccia e su viale Eginardo sono riusciti a bloccare il traffico costringendo la polizia locale a deviarlo, mentre in viale Scrampo le “forze dell’ordine” hanno schierato un vasto dispiegamento di mezzi per impedire ogni accesso. Alla richiesta di rimuovere i blocchi i manifestanti hanno risposto con l’esposizione di uno striscione con su scritto “Milano blocca chi devasta il pianeta” e ciò è bastato perché venissero violentemente caricati da agenti in tenuta antisommossa e presi a manganellate. Davanti al Gate 2 del MiCo è stato comunque istituito un presidio permanente in cui ogni ora vengono suonate le sirene d’allarme della “Crisi climatica ed ecologica”.
Il 1° ottobre numerosi studenti hanno organizzato, partendo dalle loro scuole fin dalla prima mattina, diversi cortei spontanei in tutta la città bloccando le vie adiacenti per poi convergere verso Largo Cairoli in un lungo corteo di protesta cui erano presenti oltre 50 mila manifestanti per lo più studenti delle scuole superiori, la più grande manifestazione svoltasi nel nostro Paese in epoca di pandemia, che ha attraversato tutto il centro di Milano passando da Piazza Affari, toccando Conciliazione e risalendo via Monte Rosa per arrivare in Piazzale Damiano Chiesa angolo via Colleoni.
La manifestazione era aperta dagli striscioni “Il clima cambia, il sistema no” e “Sradichiamo il sistema”, mostrando in modo evidente il suo carattere anticapitalista. Svariati sono stati i cori contro Roberto Cingolani, ministro per la Transizione Ecologica – specie per la sua apertura al nucleare – e più volte è stata cantata “Bella Ciao”. Alla manifestazione era presente Greta Thunberg che nel suo comizio conclusivo ha detto: “Siamo qui in strada perché sappiamo che il cambiamento può venire dalle strade, può venire da noi, non viene di certo da quelle conferenze”.
Per la Global March for Climate Justice del 2 ottobre, organizzata da Climate Open Platform e Fridays for Future Milano, oltre diecimila manifestanti sono scesi in piazza sotto la parola d’ordine “Another world is necessary” (un altro mondo è necessario). Erano presenti bandiere e striscioni della Fiom-Cgil, Cub, i portuali di Genova, Legambiente e Amnesty international oltre a collettivi studenteschi, l’Unione degli Universitari e i centri sociali autogestiti. Il lungo corteo che più volte ha cantato “Bella Ciao” e lanciato ripetutamente slogan in difesa del clima e dell’ambiente, è partito da largo Cairoli e, dopo aver percorso il Foro Buonaparte, è proseguito lungo via Legnano fino a piazza della Lega Lombarda e piazzale Biancamano, per poi imboccare i Bastioni di Porta Volta e raggiungere piazzale Baiamonti; in viale Pasubio sotto la sede milanese di Microsoft sono stati lanciati molti slogan contro la multinazionale ed era ben visibile un cartello con la scritta “Le corporation sponsorizzano la Cop e distruggono il pianeta”.
Il corteo è proseguito lungo via Ceresio, fino al piazzale del Cimitero Monumentale dove ha deviato su via Procaccini fino ad arrivare in zona CityLife nei pressi del MiCo concludendosi in piazzale Giulio Cesare. In prossimità del MiCo vi era un vasto schieramento di “forze dell’ordine” in tenuta antisommossa che ha selvaggiamente caricato il corteo con forti manganellate al suo primo accenno di raggiungere il Centro Congressi.
“Via da Milano i venditori di fumo imperialisti del Pre- COP26. Spazziamo via l’imperialismo dall’Italia e dal mondo, responsabile del riscaldamento climatico globale e dell’inquinamento”, così si leggeva sul rosso cartello portato in piazza dalla Cellula “Mao” di Milano del PMLI, unico partito politico presente alla manifestazione che sventolava la sua bandiera. Sul manifesto erano elencate le rivendicazioni del PMLI sulla questione ambientale, sotto le quali si leggeva il titolo dell’invito di Scuderi “Apriamo una grande discussione sul futuro dell’Italia” e l’esortazione “Uniamoci per combattere il capitalismo, l’imperialismo e il governo del banchiere massone Draghi, per il socialismo e il potere politico al proletariato”. Un manifesto molto fotografato dai manifestanti, fotografi freelance e dagli operatori delle tv, e riportato nei “corpetti” dei nostri compagni e nel volantino che sull’altro lato aveva riprodotto l’invito a leggere sul Sito ufficiale del PMLI il Documento della Cellula milanese del Partito elaborato per le elezioni comunali del 3 e 4 ottobre, nel quale tra l’altro si denuncia la speculazione edilizia e la cementificazione del territorio urbano milanese smascherando l’ipocrisia “ecologista” della giunta comunale del PD Sala. Il volantino è stato diffuso a centinaia di copie tra i manifestanti che lo hanno accolto con interesse specie per quanto riguarda le nostre rivendicazioni.
Con la loro attiva e qualificata partecipazione al corteo i marxisti-leninisti milanesi si sono perfettamente integrati alla combattività ecologista e anticapitalista dei giovani manifestanti.