I militanti della Cellula “Mao” di Milano del PMLI si sono riuniti sabato 17 febbraio presso la Sede milanese del Partito per un pomeriggio di studio del Documento del Comitato centrale “Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin” pubblicato in occasione del Centenario della scomparsa del grande Maestro del proletariato internazionale.
Lo studio ha innanzitutto permesso di capire come Lenin sia diventato il successore di Marx ed Engels sviluppandone il pensiero in tutti i campi, incluso quello fondamentale della concezione del Partito del proletariato. Ma soprattutto Lenin, come ci insegna Stalin, “ha sviluppato ulteriormente la dottrina di Marx ed Engels in conformità con le nuove condizioni di sviluppo, con la nuova fase del capitalismo, con l’imperialismo” . È proprio per questo che il pensiero di Lenin non è solo un’implementazione del marxismo, ma è divenuto leninismo, ossia, secondo l’ineccepibile definizione scientifica del suo migliore allievo e successore quale grande Maestro del proletariato internazionale, “il marxismo dell’epoca dell’imperialismo e delle rivoluzioni proletarie” .
Dopo un’esauriente sintesi della biografia politica di Lenin il Documento ha portato i nostri compagni ad approfondire l’argomento principale dello studio intrapreso: la disamina leninista dell’imperialismo basata sul rigoroso metodo scientifico e dialettico del materialismo storico. Un’analisi tratta dall’opera “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo” – della quale vengono riportate ampie citazioni nel Documento – che porta alla seguente attualissima conclusione: “L’imperialismo è un particolare stadio storico del capitalismo. E questa particolarità è triplice: l’imperialismo è (1) – capitalismo monopolistico; (2) – capitalismo parassitario e imputridente; (3) – capitalismo morente”.
Si è inoltre appreso chiaramente come proprio in quest’opera Lenin ha sviluppato il pensiero di Marx ed Engels sulle rivoluzioni nazionali e coloniali, legandole alla questione dell’abbattimento dell’imperialismo e proclamando che la questione nazionale e coloniale è parte integrante della questione generale della rivoluzione proletaria internazionale. Come giustamente ebbe a dire Stalin – che per aver contribuito a suffragare questa fondamentale tesi, con la sua opera “Il marxismo e la questione nazionale”, Lenin definì, in una lettera a Maxim Gorky del 1913, un “meraviglioso georgiano” – “Il leninismo ha allargato la nostra comprensione della autodecisione, intesa come diritto dei popoli oppressi delle nazioni dipendenti e delle colonie ad una completa autonomia e quale diritto delle nazioni ad una esistenza indipendente”.
È infatti questo l’incipit del Documento: “Il nome di Lenin è una bandiera mondiale per la lotta antimperialista, per la rivoluzione, per l’indipendenza, la libertà e la sovranità dei Paesi, per l’autodeterminazione dei popoli e delle nazioni, per le libertà democratiche, per l’avvenire luminoso di tutti i popoli, per il socialismo”; “ È questo che devono comprendere tutti i sinceri sostenitori di Lenin – ha affermato il compagno Angelo Urgo, Segretario della Cellula “Mao” di Milano – e per farglielo comprendere ogni militante del PMLI ha il dovere di apprendere questi principi del leninismo per poterli poi argomentare basandosi sull’analisi concreta della concreta situazione attuale nazionale ed internazionale dell’imperialismo”.
Nel dibattito tra i compagni partecipanti alla riunione si sono inoltre comprese la strategia e la tattica leniniste inerenti l’autodeterminazione dei popoli e delle nazioni oppressi dall’imperialismo i quali hanno come priorità la lotta antimperialista contro quella potenza, superpotenza o blocco imperialista che li opprimono, li segregano, li occupano, li assediano, li aggrediscono, li invadono, li sterminano. Il processo storico rivoluzionario, per loro, passa obbligatoriamente per la fase della lotta di liberazione dall’imperialismo e solo dopo la vittoria di tale guerra giusta la contraddizione principale si porterà all’interno di quella nazione tra i suoi sfruttati e sfruttatori. Non importa se alla guida di questa lotta antimperialista ci siano i rappresentanti di una classe sfruttatrice come la borghesia, e nemmeno importa se questi siano anticomunisti. Non si fecero questo problema i comunisti cinesi guidati da Mao nel fare fronte unito col Kuomintang del feroce anticomunista Chiang Kai-shek per sconfiggere l’aggressore e invasore imperialista giapponese. È così che Mao, dopo la sconfitta dell’imperialismo giapponese, ha sconfitto poi i reazionari del Kuomintang portando al trionfo la rivoluzione cinese: applicando gli insegnamenti di Lenin!
Neanche importa se una lotta antimperialista riceva denaro e armi da un imperialismo rivale a quello aggressore. Lenin chiarì questo concetto nella sua opera “Risultati della discussione sull’autodecisione” (luglio 1916) dove non ravvisava alcuno scandalo nel fatto che l’insurrezione indipendentista irlandese ricevesse armamenti dall’imperialismo tedesco e che quella ceca ne ricevesse dall’imperialismo francese.
Non si fecero certo alcun problema i comunisti e il governo sovietici guidati da Stalin ad allearsi con gli imperialisti angloamericani, ricevendo da questi aiuti e materiale bellico, per sconfiggere il comune nemico imperialista nazista tedesco e i suoi alleati che nel 1941 avevano aggredito e invaso in profondità l’Unione Sovietica.
“Applicando l’antimperialismo leninista, già applicato con successo da Stalin e da Mao – ha sottolineato Urgo – dobbiamo sostenere la lotta di liberazione nazionale del glorioso popolo ucraino guidato da Zelensky per liberarsi dall’occupante, oppressore e macellaio imperialismo neozarista russo, con lo stesso spirito con cui appoggiamo la lotta di liberazione nazionale del glorioso e martoriato popolo palestinese guidato da Hamas per liberarsi dall’oppressione nazisionista e genocida di Israele”. Ovviamente, ha ribadito il compagno, occorre liberarsi totalmente da ogni narrazione propagandistica dell’imperialismo aggressore, sia esso dell’Ovest (Israele, USA e UE) che dell’Est (Russia e Cina).
Si è inoltre ribadita la coerenza del PMLI anche col principio leninista di “trasformare la guerra imperialista in guerra civile” laddove il Documento afferma: “chiameremo il nostro popolo ad unirsi come un sol corpo e a insorgere” qualora l’Italia entrasse in qualsiasi forma in una futura guerra mondiale imperialista.
È grazie a questo importante Documento del CC sull’antimperialismo di Lenin e a opere come “L’imperialismo, fase suprema del capitalismo” di Lenin che noi marxisti-leninisti possiamo comprendere appieno la turbolenta realtà internazionale in cui viviamo, foriera di sempre più gravi conflitti locali che avvicinano il rischio, sempre più concreto, di una terrificante guerra mondiale interimperialista.
Stando sulle spalle dei cinque giganti che sono i grandi Maestri del proletariato internazionale, noi marxisti-leninisti italiani riusciamo a vedere più lontano e a lottare con più fiducia e determinazione contro ogni imperialismo e per la conquista del potere politico del proletariato affinché si realizzi l’Italia unita, rossa e socialista.
Al servizio del Partito!
Teniamo alta la grande bandiera antimperialista di Lenin!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!