Come spezzare le catene alle masse femminili?
Un faro illuminante è il discorso conclusivo del Segretario generale Giovanni Scuderi, pronunciato alla 3° Sessione plenaria del 3° CC del PMLI dedicata alla condizione femminile in Italia, tenutasi il 1° marzo 1987, ossia ben 35 anni fa che lungimirantemente denunciava “Non ci potrà essere effettivo progresso umano, civile, e sociale senza la piena, reale e concreta parità tra la donna e l’uomo”.
Per questo noi marxisti-leninisti incitiamo le donne sfruttate e oppresse ad andare al nocciolo del problema impugnando le due leve principali della strategia dell’emancipazione della donna: quella della lotta per il lavoro a tutte le donne e quella per la socializzazione del lavoro domestico.
Sono queste le due grandi battaglie capaci di mettere completamente in discussione il ruolo subalterno ed emarginato che il sistema capitalistico, il governo e il papa assegnano alle donne. Queste due grandi battaglie hanno una grande importanza sia per la presa di coscienza del problema da parte delle donne e la rivoluzionarizzazione del loro modo di pensare e concepire il proprio ruolo e la propria esistenza, sia per il terremoto politico e sociale che oggettivamente possono suscitare nei rapporti fra i sessi, all’interno della famiglia e dell’intera società.
Attraverso queste due grandi battaglie è possibile infliggere dei colpi durissimi alla classe dominante borghese e al suo sistema economico e politico, alla sua organizzazione sociale e alla sua sovrastruttura ideologica e morale e dare quindi un grande contributo alla complessiva lotta di classe anticapitalista e per il socialismo.
Tutto ciò va detto nella consapevolezza che l’obbiettivo di un lavoro stabile, interamente retribuito, a tempo pieno di 35 ore settimanali e sindacalmente tutelato unitamente alla socializzazione del lavoro domestico non potrà essere completamente raggiunto nel capitalismo perché comporta una trasformazione radicale e strutturale del sistema economico, sociale, giuridico e statale, oltreché una profonda trasformazione in senso proletario rivoluzionario della cultura, dell’etica e della morale, non solo delle masse femminile ma anche da parte degli uomini. Questo traguardo è strettamente connesso alla conquista del potere politico da parte del proletariato. Solo il socialismo potrà infatti gettare tutte le basi necessarie per una completa emancipazione della donna che nella sostanza consiste nella più assoluta eguaglianza economica, sociale, politica, giuridica, morale e culturale tra i due sessi, nelle piccole come nelle grandi cose, nella vita privata come nella vita pubblica.
Rinnovo l’invito lanciato dal Segretario generale Giovanni Scuderi, nel suo discorso, alle donne sfruttate e oppresse e alle ragazze ad entrare nel PMLI, perché la lotta per l’emancipazione delle donne è legata a doppio filo all’abbattimento del governo Draghi, per questo auspichiamo che le donne dei partiti con la bandiera rossa e la falce e martello, le proletarie, le anticapitaliste, le ragazze di sinistra del movimento studentesco e in ogni altro movimento, le intellettuali democratiche antidraghiane siano in prima fila nel rispondere al calorosissimo appello del CC del PMLI per la costruzione “il più rapidamente possibile di un largo fronte unito di tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali, religiose antidraghiane”.
Uniamoci in un grande fronte unito antidraghiano e anticapitalista!
Combattiamo ogni imperialismo sia dell’Est che dell’Ovest e battiamoci affinché l’Italia non entri in guerra al fianco di Usa, Nato e Ue!
Uniamoci per conquistare il potere politico del proletariato e il socialismo per emancipare il lavoro salariato, le donne e l’intera umanità!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!