Gli slogan più gridati: “Israele nazista, stato terrorista” e “Palestina terra mia, Israele via, via” mentre sui cartelli si leggeva “Dal Fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) la Palestina sarà libera”, “È legittima difesa se sei stato sotto occupazione per 75 anni”, “Netanyahu, Hitler sarebbe fiero di te”, “Fermare il genocidio!”

Il PMLI ancora una volta preso di mira dagli organizzatori per impedirgli di esporre il cartello pro Hamas e i compagni addirittura aggrediti nel tentativo di strapparlo

Nel pomeriggio di sabato 11 novembre si è svolto a Milano un grande corteo per condannare i crimini genocidi dello Stato sionista di Israele nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme Est e in Cisgiordania, e in appoggio alla resistenza palestinese.

L’evento fa seguito alle tre grandi manifestazioni del 14 e 21 ottobre e del 4 novembre e si svolge 35 giorni dopo l’inizio dell’offensiva “Diluvio Al-Aqsa” contro l’aggressore e invasore nazisionista israeliano che da allora ha incessantemente bombardato a tappeto Gaza nel suo intento genocida di completare la soluzione finale della questione palestinese come preconizzato dal nuovo Hitler Netanyahu.

Circa 3mila manifestanti, al grido di “Free free Palestine”, “Palestina libera” e “Netanyahu assassino”, si sono riuniti in Piazza Duca d’Aosta di fronte alla Stazione centrale. Con i primi cori e bandiere palestinesi sono spuntati anche cartelli di condanna delle operazioni militari israeliane per un immediato cessate il fuoco specie in riferimento ai criminali e terroristici bombardamenti su obiettivi civili perpetrati vigliaccamente dall’esercito israeliano.

Il corteo organizzato da un gruppo di associazioni di palestinesi in Italia era aperto da due striscioni con scritto “Boicotta i prodotti israeliani” (BDS Italia) e “Vita terre libertà per il popolo palestinese, salviamo Gaza” (Associazione dei Palestinesi in Italia), ed ha infine raggiunto piazza Leonardo Da Vinci di fronte al Politecnico.

Protagoniste le comunità nordafricane, arabe e palestinesi – rappresentate da ragazze e ragazzi, famiglie con bambini e donne e uomini d’ogni età – con una selva di bandiere palestinesi e al grido di slogan (in italiano e arabo) per la liberazione di Gaza e di tutta la Palestina. Presenti anche le organizzazioni studentesche Cambiare Rotta e OSA, le associazioni pro-migranti e le bandiere rosse e con la falce e martello tra le quali quelle del PMLI, PRC, CARC e PaP.

Tantissimi i giovani, italiani, migranti e figli di migranti, molti dei quali indossavano la kefiah; gli slogan che gridavano di più: “Israele nazista, stato terrorista” e “Palestina terra mia, Israele via, via”. Consci del significato internazionale del corteo portano anche cartelli scritti in inglese, che tradotti in italiano dicono: “Dal Fiume (Giordano) al mare (Mediterraneo) la Palestina sarà libera”, “È legittima difesa se sei stato sotto occupazione per 75 anni”, “Nessuno di noi è libero finché non lo è la Palestina”, “Netanyahu, Hitler sarebbe fiero di te”, “Fermare il genocidio!”.

Alcuni giovani migranti arabi hanno srotolato un’enorme bandiera palestinese che hanno fatto ondeggiare per tutto il percorso del corteo.

Letteralmente andato a ruba il volantino diffuso in centinaia di copie dai compagni della Cellula “Mao” di Milano del PMLI che titola “Il nuovo Hitler Netanyahu bombarda ambulanze, ospedali, scuole e chi fugge” col QR code che collega al relativo articolo de “Il Bolscevico” e corredato dall’apprezzato fotomontaggio che raffigura il nuovo Hitler Netanyahu; per esporre questa significativa immagine, una donna ha sfilato lungo il corteo tenendo ben in vista il nostro volantino al grido di “Israele fascista e terrorista”.

I marxisti-leninisti erano presenti con la bandiera del Partito e col cartello con il manifesto: “Con Hamas e le Brigate Ezzedin al-Qassam e il popolo palestinese. Per la liberazione della Palestina”, apprezzatissimo soprattutto tra i giovani e i manifestanti migranti di nazionalità araba tra i quali i nostri compagni, per la loro aperta solidarietà antimperialista e internazionalista con la Resistenza palestinese, sono stati accolti fraternamente e con entusiasmo. Moltissimi hanno fotografato e filmato il cartello coi cellulari, altri hanno espresso apertamente di essere d’accordo col suo contenuto alcuni salutandolo con due dita a V (proprio come fatto dal palestinese nella foto centrale del nostro cartello) in segno di vittoria.

Purtroppo gli organizzatori (o parte di questi) considerano il cartello del PMLI inopportuno chiedendo dal palco mobile di abbassarlo perché verrebbe “usato come scusa per dire che noi a Milano siamo terroristi”. Per lo stesso motivo i nostri compagni sono stati fermati da altri rappresentanti degli organizzatori con i quali si è cominciato a trattare sulla questione.

I marxisti-leninisti hanno spiegato che difendiamo Hamas dalla calunniosa accusa di terrorismo che è fabbricata proprio dallo Stato sionista di Israele per coprire il suo reale e criminale terrorismo, aggiungendo che non ha senso appoggiare la Resistenza palestinese senza sostenere e difendere apertamente chi ne è attualmente alla guida; la maggioranza della stampa borghese, comunque, ha additato la responsabilità dell’appoggio antimperialista ad Hamas al solo PMLI citando correttamente il nome del Partito a firma del suddetto cartello.

Approfittando del fatto che intrattenendosi con gli organizzatori i nostri compagni si sono ritrovati fuori dallo spezzone della comunità araba che li appoggiava (che proseguiva avanti col corteo) un gruppo di provocatori non identificati (dando seguito alle minacce fatte solo dieci minuti prima da un individuo alto e ben vestito) ha preso d’assalto i membri della Delegazione del PMLI con dichiarato intento di distruggere il cartello e strappare la bandiera del Partito. Riusciranno solamente a strappare un “corpetto” e a danneggiarne un altro, mentre cartello e bandiera non sono stati intaccati perché mantenuti con forza e in alto dalle mani dei nostri compagni mentre un altro compagno (con le mani libere) e gli stessi organizzatori hanno respinto e allontanato questi aggressori vigliacchi.

È evidente che si è trattato di un vile attacco premeditato e commissionato da chi vede come fumo negli occhi la nostra posizione d’avanguardia di supporto alla Resistenza palestinese e di chi attualmente ne è alla guida in una piazza importante come quella di Milano, posizione che il PMLI ha già espresso con coraggio e successo nelle manifestazioni precedenti. Si può supporre che il mandante di questo vile atto intimidatorio si trovi nel sionismo organizzato (nostrano o israeliano), oppure nel regime neofascista meloniano che coi sionisti è ammanicato.

Buona parte delle parole d’ordine in italiano proposte e lanciate dal PMLI sono state ripetute dai manifestanti: “Contro Israele nazista ed invasore, l’Italia rompa subito ogni relazione”; “Netanyahu boia!”; “Netanyahu e Meloni, dei popoli assassini, siete i nuovi Hitler e Mussolini”; “Israele nazista, Stato terrorista”; “Palestina libera, Intifada vincerà”; “Lo Stato sionista va cancellato, Palestina libera, due popoli-uno Stato!”. Si sentiva gridare anche “I palestinesi non sono terroristi ma un popolo che lotta contro i sionisti”, “I popoli in rivolta, scrivono la storia, Intifada, fino alla vittoria”, “Israele criminale, Palestina immortale”!

Nei comizi finali (come anche lungo il corteo) sono stati duramente stigmatizzati i mass media borghesi di regime italiani, totalmente allineati con l’entità sionista d’Israele nel sostenere il “diritto all’esistenza e alla difesa” del suo criminale regime segregazionista in Palestina che opprime e massacra l’autoctono popolo palestinese, un regime spacciato come “il Paese più democratico del Medioriente” mentre, di contro, la legittima Resistenza palestinese è tacciata di “terrorismo”. “Noi palestinesi siamo arabi, siamo semiti. Sono i sionisti israeliani che ci opprimono e ci uccidono da oltre 75 anni ad essere i veri antisemiti!”, ha affermato un intervenuto smascherando l’accusa di “antisemitismo” rivolta agli antisionisti.

Dure le accuse agli USA, alla UE e in particolare al governo neofascista Meloni (che si astiene all’ONU sulla tregua umanitaria) che continuano a rimpinzare di armi la “wehrmacht” sionista affinché possa proseguire a commettere i suoi disumani crimini non solo a Gaza ma anche a Jenin, in Cisgiordania. Nonostante Israele meriti almeno le stesse sanzioni internazionali riservate alla Russia imperialista di Putin che ha aggredito l’Ucraina, non solo l’ONU ma nemmeno i Paesi membri della Lega Araba si sono permessi di chiudere i rubinetti del petrolio al mostro nazisionista, e di aprire il valico di Rafah (l’Egitto di Al-Sisi).

Un intervenuto, definitosi “leninista” forse per esprimere comunanza con la posizione del PMLI, ha pronunciato un accorato discorso in cui ha affermato che “Hamas e le Brigate al-Qassam sono palestinesi, parte della Resistenza del popolo arabo-palestinese”, aggiungendo che “checché se ne dica, io sono orgoglioso dei nostri combattenti che sono andati a liberarci” suscitando applausi e clamore di consenso concludendo che la Resistenza palestinese unitasi sotto la guida di Hamas “ha lo stesso valore di quella dei partigiani in Italia”.

A conclusione della manifestazione, gli organizzatori hanno fatto osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime e poi hanno invitato tutti ad accendere i flash dei cellulari come delle candele mentre, sulle note e al canto di “Mawtinì” (inno patriottico palestinese), alcuni attivisti hanno alzato dei fagotti bianchi macchiati di rosso a simboleggiare i bambini morti avvolti in teli bianchi.

Ai membri della Delegazione milanese del PMLI – che con la sua qualificata presenza ha espresso i profondi sentimenti di internazionalismo proletario e di solidarietà antimperialista del nostro Partito nei confronti dell’oppresso popolo palestinese e della sua lotta di liberazione dal mostro nazisionista, e con coraggio e determinazione hanno affrontato gli infami provocatori difendendo con orgoglio le nostre insegne – è giunto via Sms il breve ma significativo elogio del Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi: “Il vostro coraggio, combattività e determinazione nel sostenere e difendere la linea del Partito è un esempio per tutto il Partito, a partire dal Segretario generale. Grazie di cuore ”. “Al Servizio del Partito e della causa della liberazione dei popoli oppressi, per la loro autodeterminazione!”, è stata la risposta dei marxisti-leninisti milanesi.